Gabes

Percorrendo la P1 a sud di Sfax, in 160 km si raggiunge la città-oasi di Gabes, proprio al centro dell'omonimo Golfo. La strada statale corre lungo il litorale del Golfo, toccando vari centri minori. Arrivare a Gabes di notte, da nord, è un'emozione: le luci della città illuminano l'orizzonte a sud ovest, come se fossero in mezzo al mare. L'effetto è dovuto alla forte concavità della costa in questo punto del Golfo. L'accesso alla città avviene attraverso l'immenso palmeto; una grande rotonda ricca di cartelli segnaletici segna l'inizio del centro città (proseguendo diritti si viaggia alla volta di Medenine, mentre svoltando verso la costa si entra in città). Gabes è una città nuova, che non reca traccia di una medina antica , a parte il piccolo sobborgo di Jarah, nel palmeto a nord. Entrando in città imboccando la strada principale si raggiunge in breve la grande costruzione della Moschea Nuova, iniziata nel 1995. Proprio di fronte alla Moschea si apre la zona del mercato, ormai invasa dai banchetti dei venditori di souvenir per turisti. All’interno dell’area, nella zona più interna, si trova il mercato all’ingrosso delle spezie, molto interessante. Potrete assistere alla vendita di quintali di henne, peperoncini, aglio ed altre spezie. Anche il souk per turisti può rivelarsi un buon luogo dove fare ottimi acquisti, specialmente per quanto riguarda le ceramiche, molto raffinate e poco dispendiose, e i cesti in fibre vegetali intrecciate. La strada che dal souk porta a sud, verso le spiagge, è zeppa di negozietti e ristorantini ( il migliore è Amorì; si cena ottimamente con costi dell’ordine di circa 2,58 euro per persona), e sulla stessa via (Avenue Abib Bourguiba) si trovano banche, uffici governativi e diversi alberghi di bassa categoria (sconsiglio vivamente l’Hotel Atlantic, splendido nella facciata ma decisamente inaccettabile dal punto di vista igienico. L’Hotel migliore è l’Oasis, al fondo della via, sulla spiaggia).

 

L'attrattiva turistica maggiore di Gabes è la sua oasi di palme da dattero, una tra le più estese di Tunisia ed una delle rare oasi marittime che sopravvivono al giorno d’oggi nel Paese. La visita al palmeto il più delle volte viene propinata con squallidissimi giri in calesse tra le piste maggiori dell’oasi, e non si può davvero apprezzare nulla dell’architettura agraria delle coltivazioni, viceversa molto interessante. All'interno del palmeto sorge un camping di pessimo livello con annesso un piccolo zoo che ospita tristissimi esemplari di fauna del deserto tra cui i fenneck..Vi scongiuro: non visitatelo! E' un buon metodo per far sì che questo carcere per creature nate per vivere libere scompaia per sempre! Girovagare a piedi e da soli è problematico: si viene letteralmente assaliti da stuoli di ragazzetti che vogliono fare da guida o vogliono vendere gechi, scoiattoli ed altri sventurati animaletti. Dal punto di vista ambientale Gabes è un’oasi condannata: l’inquinamento del mare e della costa hanno raggiunto livelli tali da aver innescato processi irreversibili di degrado ambientale. Gli stabilimenti chimici per la lavorazione dei fosfati e la raffinazione riversano nel Mediterraneo tonnellate di scorie e derivati del petrolio; l’aria nella zona degli impianti è irrespirabile e le falde acquifere sono seriamente compromesse.Il WWF ha inserito l’area dell’oasi nell’elenco delle località più a rischio del pianeta.

 

 

Matmata

Gabes è il punto di partenza ideale per la visita di Matmata, 45 km a sud (MC 107), il più famoso villaggio di caverne della Tunisia, situato a 650 m sulle pendici orientali dei monti del Dahar. Le abitazioni trogloditiche sotterranee sono costituite da pozzi che raggiungono anche i 12 m di profondità attorno ai quali si affacciano abitazioni, stalle, depositi e magazzini. Alcune di queste abitazioni sono state trasformate in hotel in cui è possibile, in caso, pernottare.

 

Matmata è un villaggio di origine berbera della Tunisia. Situato alle porte del Deserto del Sahara è caratterizzato da una singolare architettura troglodita, divenuto meta di numerosi turisti dopo essere stato set del film Guerre Stellari, Episodio IV - Una nuova speranza (1977).

Arroccato a 600 metri di altitudine, questo villaggio conta circa 1800 abitanti.

 

 

 

 

Abitazioni troglodite

 

Le abitazioni che caratterizzano questa cittadina sono scavate nel terreno, all'interno delle colline e formate da un cortile a cielo aperto, simile ad un cratere profondo circa 7 metri, dal quale si accede attraverso una galleria dal fianco della collina. Dal cortile a cielo aperto, che ha anche la funzione di raccogliere la rara acqua piovana, si dislocano i vari ambienti delle abitazioni, scavati come degli angusti cunicoli sui fianchi del "cratere".

Questo tipo di architettura troglodita ha la funzione di mantenere temperata l'abitazione, poiché le temperature in questa zona sfiorano frequentemente i 45°C durante il periodo estivo, scendendo a livelli europei durante l'inverno.

 

 

 

 

 

 

 

Set di Guerre Stellari

L'afflusso turistico di Matmata è in larga parte merito di George Lucas e del suo "Star Wars", di cui questo villaggio è stato in parte il set. Chiunque passi da Matmata si rende velocemente conto del motivo per cui questo luogo è stato scelto per un film di fantascienza ambientato nello spazio. Il paesaggio è lunare, un deserto di roccia apparentemente cosparso di crateri (in realtà colline scavate e trasformate in abitazioni).

Alcune di queste abitazioni troglodite vennero acquistate dalla produzione, vennero unite formando un impianto cinematografico, con abitazioni per attori, tecnici, etc, ambientazioni (come la casa di Luke Skywalker) e zone di servizio. Finite le riprese, questo impianto venne trasformato nel primo hotel interamente dislocato sotto il suolo dove si ha la sensazione di vivere dentro un film di fantascienza.